Il mondo è cambiato, inutile far finta che non sia così, inutile votarsi al "negazionismo". Andiamo in giro con le mascherine, le distanze non sono più solo emozionali.

Ed in questo nuovo mondo condizionato da un virus bastardo uscito dal c**o di un pipistrello che ha deciso di camminare tra noi, certo il calcio non avrebbe potuto restare in una bolla.

Giocatori positivi al COVID sbucano fuori da ogni dove, la squadra più massacrata è il Genoa, ma anche l’Inter, ultima avversaria della Lazio, ha le sue gatte da pelare. 

(Bastoni, Skriniar, Nainggolan, Gagliardini).

Al momento in quel di Formello tutti i tamponi, che saranno ripetuti a breve, sono risultati tutti negativi.

Discorso che coinvolge anche Muriqi venuto a conoscenza di aver contratto il coronavirus lontano dalla capitale, in Turchia dove ha trascorso il periodo di quarantena imposto dal protocollo sanitario.


Torna prepotentemente allora la domanda, soprattutto dopo la querelle del Napoli: è possibile la convivenza tra campionato e COVID?

Andiamo incontro ad un altro stop… playoff.. playout e compagnia cantando?


«Campionato a rischio? No, non corriamo il rischio di bloccarlo». 

È quanto si è sentito affermare qualche giorno fa dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora al termine dell’incontro in Figc con il presidente Gabriele Gravina.


 «Dovremo continuare ad avere prudenza. Tutti devono attenersi alle regole rigide del protocollo, se poi la situazione sanitaria dovesse cambiare come governo siamo pronti a cambiare. Le regole attualmente in vigore in serie A sono valide, a patto che vengano rispettate».


Il protocollo dunque è dalla stessa nostra parte.

Un’ultima aggiunta è arrivata dal presidente della Figc Gravina, in concomitanza con Vincenzo Spadafora, con un riferimento evidente al caso Napoli che non si è presentato a Torino e che forse, fin dall’inizio, non avrebbe applicato le regole alla lettera dopo la prima positività di Zielinski

 «Crediamo molto in questo protocollo che abbiamo voluto è difeso. Se viene rispettato da tutti nella sua integrità, credo che possiamo stare tranquilli che il campionato si può disputare e svolgere in sicurezza. Certo se cominciano ad esserci delle falle e qualcuno sbaglia allora quel qualcuno deve pagare.

Lo 0-3 al Napoli? Abbiamo un giudice sportivo e una procura federale che fanno il loro mestiere . Non entro nel merito, cerco di essere serio e rispetto i ruoli auspicando che gli altri facciano lo stesso». 


Il campionato, dunque, può convivere col coronavirus?

A quanto pare sì.

Dopotutto in questo momento non mettere sul tavolo l’ipotesi di più calciatori positivi, sarebbe fare i conti senza l’oste.

Il COVID non è mai scomparso, la decisione di tenere vivi tutti gli sport e non solo il calcio, è stata presa già mesi fa.

Se possiamo dormire sonni tranquilli? A questo risponderà solo il tempo.

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